Monopoli italiani
La competizione economica è, come sappiamo, ormai globale.L’Italia fa parte di questo gioco e, ad oggi, visti i risultati, si può tranquillamente dire che, con un paragone calcistico, ha già perso da tempo il campionato e sta lottando solo per non retrocedere.La produzione industriale del nostro Paese è calata nel 2005 dell’1,8% rispetto al 2004. E’ il dato peggiore dal 1993.Produrre di meno vuol dire meno posti di lavoro, meno esportazione, meno prospettive per gli italiani, più povertà.
Le cause di questo declino sono numerose e non possono essere esaurite nel breve spazio di questo articolo.Una però è di semplice ed immediata comprensione ed eliminabile subito, nei primi 100 giorni del prossimo Governo; se non sarà quello attuale, ovvio.I costi per il riscaldamento, l’energia e la connettività, le cosiddette utility, sono in Italia tra i più alti in Europa.

figura tratta dall'Economist: prezzi comparati elettricità e gas in Europa
Qui non ci confrontiamo con l’India o con la Cina, ma con la Germania e la Gran Bretagna, dove i costi primari per un’azienda sono più bassi che in Italia. Come possiamo pensare di competere in una situazione del genere?
I costi delle utility devono essere allineati al livello di quelli europei. Il regime di sostanziale monopolio dei servizi va eliminato, con la concorrenza vera si avranno servizi più efficienti e minori costi.Quello che vale per le imprese vale a maggior ragione per i privati, per le famiglie che vedono diminuire, mese dopo mese, la loro capacità di spesa.
fonte: Antonio Di Pietro
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