Ogni tanto fanno qualcosa di buono
Il Lazio blocca il far west delle antenne
La giunta regionale approva una legge sull'elettrosmog. Stop ai campi elettrici e magnetici
Le «aree sensibili» Niente antenne su abitazioni, luoghi di lavoro, ospedali, case di cura, scuole, asili, carceri, parchi giochi e impianti sportivi. Gli impianti non a norma saranno rimossi. Gli elettrodotti saranno invece interrati
articolo apparso su "Il Manifesto" del 26 febbraio 2006
LAURA GENGA
ROMA
La regione Lazio sposa il principio di precauzione e mette al bando l'elettrosmog per tutelare la salute dei cittadini. Una proposta di legge approvata giovedì scorso in giunta vieta infatti l'installazione di impianti radioelettrici con frequenza di trasmissione da 0 Hz a 300 Ghz su edifici destinati ad abitazioni o a luoghi di lavoro, su ospedali, case di cura, luoghi di culto, scuole ed asili nido, carceri, ville, parchi gioco, aree sottoposte a vincolo paesaggistico, impianti sportivi e simili. Tutte queste fattispecie, infatti, rientrano nella casistica delle «aree sensibili» in cui le esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici devono essere ridotte al minimo. Stesso dicasi per gli impianti di telefonia mobile, ma in questo caso va aggiunto anche il divieto di installazione sugli edifici abusivi privi di sanatoria e sugli immobili di interesse artistico, storico e archeologico. Gli elettrodotti invece dovranno essere realizzati con percorso interrato e schermato nei tratti con distanza inferiore a 50 metri dalle aree sensibili. Stop al far west delle antenne tollerato dalla deregulation della legge Gasparri, dunque. Ma c'è di più. Le antenne esistenti non conformi alla nuova legge, come quelle della Mediaste sopra l'hotel Hilton di Monte Mario, dovranno essere rimosse e delocalizzate altrove. «E' un provvedimento storico - commenta soddisfatto l'assessore regionale all'Ambiente Angelo Bonelli - perché si colma un vuoto legislativo di anni. In questo modo diamo vita a regole chiare e precise per tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini». Dello stesso parere anche Ivano Pedruzzi, capogruppo di Rifondazione in regione: «Finalmente le istituzioni rispondono alle aspettative dei cittadini e dei tanti comitati che in questi anni si sono battuti contro l'inquinamento elettromagnetico». La legge stabilisce inoltre l'incompatibilità di questi impianti con la presenza di persone con apparecchi elettromedicali con funzioni vitali (ad esempio by-pass al cuore) e richiede l'accordo unanime di tutti i condomini per la posa delle antenne sui palazzi. Dall'entrata in vigore del testo ci saranno 12 mesi di tempo per rimuovere gli impianti non a norma. Regione e comuni si doteranno di piani regolatori per le antenne, mentre alla sola regione spetterà di individuare corridoi idonei per gli elettrodotti. Tra le novità introdotte dalla normativa anche il catasto regionale delle antenne e degli elettrodotti, un osservatorio sull'inquinamento elettromagnetico e l'introduzione della valutazione di impatto ambientale per la realizzazione di nuovi impianti (anche le antenne).
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